Album veramente intenso e carico di energia e poliedrica capacità interpretativa. Sonorità che spaziano in più generi e con articolata abilità compositiva e non solo. NIENTE è stato lasciato al caso, tutto è registrato, prodotto e mixato al top. Batterie demolitive, chitarre affilatissime, basso vibrante e samples e tastiere disturbanti, il tutto incorniciato da una voce che riesce a dare il senso e il feeling di ogni singola canzone. Tecnicamente questa è l’ennesima dimostrazione che sapendo cosa si vuole dalla propria musica la si ottiene con cura e lavoro certosino.
Emozionalmente questo album è TOTALE. Le dodici tracce portano l’ascoltatore nei turbini vorticosi delle vari stadi di quello che è indicato nel titolo del cd “disturbo dello spettro bipolare” o più facilmente “bipolarismo”, disturbo mentale che sempre più spesso colpisce le persone (forse perché ora è molto più “semplice” riscontrare una serie di sintomi e di atteggiamenti che fino a qualche anno fa non erano minimamente presi in considerazione). In ogni caso cercando a tutti i costi di fare una scrematura direi “L’odio di Caesar”, “Hangover army”, “Extra-ordinary life”, “Eternal return”, “Heresy”, “Antichrisis” e “Bipolar spectrum disorder”.
A chiusura di questa mia, direi che ad inizio anno (per voi che mi state leggendo) avere questo album tra le mani è veramente un “must”. Band italiana che propone musica internazionale, nel senso che se non sapeste che fosse band italica forse la potreste tranquillamente collocare o in Scandinavia o nella parte alta della Germania oppure negli USA; eppure come da tanto scrivo: ”Abbiamo delle perle favolose anche nel nostro stivale”. Da avere a tutti i costi e non solo per gli appassionati di industrial.
Alessandro Shumperlin.
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