La Numetalzine si trova dall’altra parte dello schermo, Vincent, fondatore e cantante degli Hate INC. che ci presenta la band e già annuncia che dopo l’ultimo album “Bipolar Spectrum”, frutto di quattro anni di lavoro sono pronti con del nuovo materiale.

Buona lettura…

NZ: Tre aggettivi per descrivere la vostra musica.vincent_site_single

Vincent: Cerebrale,disincantata,onesta.

NZ: Influenze musicali.

Vincent: Le nostre principali influenze possono sicuramente ricondursi ai pionieri del genere e all’industrial/metal dagli anni ’90 fino a tempi più recenti, per fare qualche nome: Ministry,Killing Joke,Nine Inch Nails,Rammstein,Skinny Puppy,Pain,KDFMD,Marilyn Manson.

NZ: Parlate di come è nato il progetto Hate Inc.

Vincent: Inizialmente Hate Inc. era un mio progetto personale, limitato ad una dimensione “casalinga”, poi con l’arrivo di myspace e con la pubblicazione dei primi demo, il progetto acquistò un po’ di visibilità on line e così decisi di provare a dare vita ad una band vera e propria per poter anche esibirci dal vivo.

Da quel momento io e Will (tastiere), con cui collaboravo già da tempo, ci mettemmo a cercare altri ragazzi per completare la formazione e quasi subito arrivammo alla dimensione di quartetto con Stuart al basso e Dave alla batteria, in seguito decidemmo di aggiungere anche una seconda chitarra e così prendemmo a bordo Narko’$. Da allora diciamo che come formazione siamo stati molto stabili, sono ormai sette anni che suoniamo insieme tra alti e bassi a livello di rapporto umano, come è normale che sia in qualsiasi tipo di famiglia.

NZ: Il vostro album “Bipolar Spectrum Disorder” è frutto di circa 4 anni di lavoro di gruppo, siete soddisfatti del prodotto finale?

Vincent: i primi demo di BSD presero vita poco dopo la pubblicazione del nostro primo album “Art of Suffering” nel 2011, la fase di produzione vera e propria invece è durata circa un anno e mezzo con la supervisione di Victor Love (Dope Stars Inc.) e devo dire che siamo estremamente soddisfatti del risultato ottenuto, il disco è esattamente ciò che volevo che fosse sia da un punto di vista sonoro che concettuale. Su questo disco abbiamo avuto un approccio molto più “maturo”, prendendoci il tempo che serviva anche per i dettagli. Diciamo che se “Art of suffering” era un disco frutto dell’impeto e della rabbia, “Bipolar spectrum Disorder” è figlio della riflessione e della crescita, anche sotto un punto di vista lirico.

NZ: Avete avuto problemi in formazione durante la scelta dello “stile” da seguire come band?

Vincent: Non abbiamo avuto alcun problema da questo punto di vista in quanto, come dicevo prima, il progetto era già definito quando ho deciso di farlo diventare una band, addirittura avevo scritto quasi tutto il materiale del nostro primo disco. Chi è entrato nel progetto lo ha fatto consapevolmente, sapendo che questa band aveva già una sua anima stilistica e sonora, sposando in toto la forma mentis che questo comportava.

Ciò non significa che quello che abbiamo fatto e che continueremo a fare sia solo merito mio, perchè quando ci presentiamo dal vivo lo facciamo come un’unità formata da 5 persone, e inoltre ognuno, a suo modo, può dare il proprio contributo all’evoluzione musicale della band.

NZ: Avete già scritto qualcosa o perlomeno pensato alle future produzioni degli “Hate Inc”?

Vincent: Il materiale non manca, abbiamo circa una trentina di canzoni pronte tra i nuovi brani e gli outtakes di “Bipolar”. Non so ancora cosa ne faremo, se passare direttamente al terzo disco o fare un EP magari più sperimentale.

Copriamo molti generi diversi e nel gruppo convivono due anime, quella più elettronica e quella più rock/metal che non sempre riescono a fondersi in equilibrio, quindi potremmo decidere di prendere una di queste due anime ed approfondirla in un EP, ma ancora non c’è nulla di deciso.

L’unica cosa certa è che la composizione non si ferma mai, compatibilmente con il lavoro, appena ho un attimo lo investo nella creazione di nuovo materiale e sono sicuro che il terzo atto della storia Hate Inc. sarà ancora una volta un rinnovarsi come musicisti e individui. Questo è l’aspetto principale che mi impone di andare avanti, non mi è mai piaciuto restare in territorio amico, mi piace cambiare ed evolvere ad ogni occasione e questa band è l’alter ego che mi permette di raccontarmi anche come uomo in un mondo ormai troppo disattento a ciò che portiamo dentro.

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